La regione candida il Brasimone per il superreattore a fusione
L’Emilia-Romagna si candida a ospitare nella sede Enea del lago Brasimone, sull’Appennino bolognese, l’impianto dimostrativo per testare la produzione di energia usando la fusione nucleare. Un progetto di mini-reattore, studiato a livello europeo. Con una delibera approvata dalla Regione si è deciso di candidare l’Emilia-Romagna «a essere la regione ospitante dell’impianto pilota da realizzarsi nell’ambito del progetto Divertor Tokomak test», in fase di valutazione da parte della Ue. Il progetto comporta un investimento di sette anni, oltre ad attività sperimentali per 25 anni. Avrebbe quindi un «impatto consistente dal punto di vista socio-economico sul territorio montano coinvolto», per la costruzione del reattore e per il suo funzionamento. Nel complesso il progetto vale 500 milioni di euro, comprese le fasi di ricerca, progettazione, sperimentazione e installazione dell’impianto pilota. Alla Regione è richiesto di contribuire al budget complessivo di 15 milioni di euro nell’arco dei sette anni, che l’Emilia-Romagna è dunque pronta a stanziare nei prossimi bilanci se la candidatura dovesse andare in porto.