Fico verso il D-day del 4 ottobre con l’handicap dei collegamenti
Tutto pronto per l’inaugurazione a Bologna del più grande parco agroalimentare del mondo, ma resta irrisolto il nodo dei trasporti per i 5-6 milioni di visitatori attesi. I numeri da capogiro dell’iniziativa: 3.000 lavoratori per 2.000 aziende, 22 investitori, 80 mila metri quadrati di superficie, 40 punti di ristoro con 16 ristoranti tematici. La promessa di Oscar Farinetti: «Faremo impazzire di gioia i turisti»
I nomi degli investitori ci sono già. Quelli di quaranta ristoratori di alto livello che apriranno un’attività sono stati svelati da poco. Il giorno dell’inaugurazione previsto è il 4 ottobre 2017 (San Petronio, un giorno non banale per Bologna) ma resta da risolvere il grande rebus dei collegamenti per trasportare i 5-6 milioni di visitatori annui (tra turisti italiani e stranieri) diretti all’area ex Caab. Benvenuti a Fico Eataly World, il «parco agroalimentare più grande del mondo», così come ribattezzato dal patron di Eataly, Oscar Farinetti, regista e ideatore di tutta l’operazione. La Disneyworld del cibo sta quindi avanzando verso il taglio del traguardo, in ritardo rispetto a quell’autunno 2015 indicato inizialmente (e molto ottimisticamente) come la data di fine lavori: doveva esserci il passaggio di testimone con Expo Milano 2015. Più che una staffetta è quindi diventata una maratona; ma anche le recenti visite nei cantieri aperti per la stampa e le istituzioni sembrano effettivamente confermare che questa volta l’obiettivo è quasi raggiunto. Partiamo dai numeri per spiegare di cosa stiamo parlando: 50 milioni di euro di investimenti per la realizzazione del parco grazie alla scommessa di 22 investitori tra istituzioni e privati; circa 80.000 metri quadrati di spazio dedicato ai temi dell’agricoltura, dell’allevamento e della ristorazione; 7.000 metri quadrati di colture; 4.000 metri quadrati di stalle; 9.000 di botteghe e mercati; 7.300 di ristoranti. A tutto questo si aggiungono 4.000 metri quadrati del centro congressi e 44.000 di pannelli fotovoltaici per rendere la struttura energicamente autosufficiente. E poi ecco un po’ di indotto: oltre 2.000 aziende, 3.000 lavoratori (700 quelli direttamente occupati all’interno del parco) e 500.000 visitatori professionali attesi al Caab, in via Paolo Canali a poca distanza dalla facoltà di Agraria, partner del progetto. Gli altri ad aver creduto nel sogno di Farinetti sono il Comune, Unindustria, Camera di Commercio, Coop Adriatica e Coop Reno, Confcommercio e poi banche e fondazioni.
Gli ultimi ad aver fatto visita agli stand in fase di realizzazione sono stati i rappresentanti degli investitori aderenti al Fondo Parchi Agroalimentari Italiani (Pai) accompagnati da Andrea Cornetti, direttore generale di Prelios sgr, la società che ha istituito e gestisce il fondo Pai promosso dal Caab: a guidarli nella visita il presidente della Fondazione Fico, Andrea Segrè, il direttore di Caab, Alessandro Bonfiglioli e l’amministratore delegato Fico, Tiziana Primori. Qualche settimana fa è invece stato annunciato l’elenco ufficiale dei 40 ristoratori che si sono conquistati uno spazio all’interno di Fico; tra questi, i veri e propri ristoranti saranno 16. Alcuni nomi come lo che stellato Enrico Bartolini porterà un suo locale insieme all’associazione Le Soste, poi una divisione non per regioni italiane, ma per tematica. La Pasta, con i primi proposti dalla Trattoria Amerigo. Il Pesce che vedrà ai fornelli i fratelli Raschi del ristorante Guido di Rimini e via dicendo. Ma una delle novità più interessanti e rilevanti è stata annunciata da pochi giorni: dalla metà del 2018 la Borsa merci di Bologna si trasferirà dentro Fico con il suo laboratorio di analisi. Le quotazioni, che si svolgono ogni giovedì pomeriggio, saranno ospitate in uno spazio ad hoc e «visibili a tutti», come ha raccontato la Primori. Inoltre, grazie a un contributo della Camera di Commercio, Ager ha acquistato un’area all’interno del Caab dove si trasferiranno gli uffici collegati alle attività di vendita e quotazione dei prodotti assieme al laboratorio di analisi, che sarà costruito da zero. Nel complesso le attività di Ager si svolgeranno in un’area di 3.000 metri quadrati: così la Borsa merci troverà una sua collocazione definitiva dopo un periodo «precario» dovuto alla ristrutturazione di Palazzo degli Affari.
La presenza di Fico ha già destato nuovi interessi verso l’area del quartiere San Donato protagonista di questa trasformazione urbanistica: alcuni terreni di proprietà della Fondazione Carisbo vicini al futuro parco agroalimentare sono finiti nel mirino di investitori che vorrebbero realizzare una shopville che colleghi il centro commerciale Meraville con Fico. Poi c’è tutta la macchina della selezione del personale già in pieno movimento: dei 700 dipendenti che lavoreranno dentro la struttura, la maggior parte è stata già selezionata direttamente dagli imprenditori coinvolti nel progetto Fico. Ma per una serie di altri profili (aiuto cuochi, barman, addetti all’accoglienza e alla vendita di prodotti enogastronomici) la Regione ha lanciato il «Piano della formazione per il parco agroalimentare Fico»: in palio sono già stati messi 11 corsi, 180 ore di teoria e 120 di stage non retribuiti nelle aziende del settore, per creare otto profili professionali differenti e formare oltre 130 allievi.
Prima di «fare impazzire i turisti», come ha promesso Farinetti, bisogna però riuscire ad intercettarli e farli arrivare al Caab, fin fuori San Donato, a quasi 10 chilometri dalla Stazione e oltre 20 dall’Aeroporto: questo sembra attualmente il problema principale da risolvere. Di concreto finora ci sono solo otto navette elettriche di Tper; nei progetti dell’amministrazione comunale, però, c’è l’intenzione di far partire l’iter per avere un tram che colleghi Fico con la Sazione Centrale, facendo tappa in altri luoghi strategici come il Tecnopolo (anche questo in corso di realizzazione dopo anni di palude). Scartata l’idea che il People mover, la navetta veloce tra aeroporto e stazione, possa essere allungata fino alla periferia del quartiere San Donato, la strada sembra ancora in salita per assicurare un afflusso così consistente come quello promesso. Turisti pazzi sì, ma di stress, non di gioia.
Mauro Giordano