Un volo diretto Bologna-Kiev

Un volo diretto Bologna-Kiev Ucraina a solo due ore e mezzo di volo da Bologna. Partirà il prossimo 23 giugno il nuovo collegamento diretto Bologna-Kiev (aeroporto Zhuliany) della compagnia italiana Ernest. Il volo, con due frequenze settimanali martedì e sabato, sarà operato con velivoli Airbus A320. Ernest Airlines è una compagnia italiana che opera con voli low cost tra Italia e paesi europei.
Biglietti Bologna-Kiev già in vendita a partire da 65 euro.

Bilancio INPS lavoro, sempre meno posti fissi

Quasi 13.000 posti di lavoro a tempo indeterminato in meno in dodici mesi. In pratica, mille posti fissi in meno al mese. Per l’Emilia-Romagna il 2017, il primo anno senza gli sgravi contributivi previsti dal Jobs act, si è concluso così. A rilevarlo sono i dati, pubblicati dall’Inps, dell’Osservatorio sul precariato. Numeri che mettono in fila l’andamento di assunzioni, cessazioni e trasformazioni di diverse tipologie di lavoro. Da quei dati emergono almeno due elementi: il primo è che i contratti di lavoro continuano ad aumentare, a grande velocità; il secondo è che, con la fine degli sgravi contributivi previsti dal Jobs Act sono finite anche le assunzioni a tempo indeterminato. E ora il posto fisso è in ritirata, anche nella via Emilia in cui l’occupazione, stando alle periodiche rilevazioni Istat, aumenta continuamente.

Aumenta il divario salariale fra i dirigenti e gli operai

Dirigenti sempre più ricchi, e operai più poveri rispetto alla media regionale. Se gli stipendi crescono a macchia d’olio in tutta Italia, in città è chi sta al vertice a registrare l’incremento maggiore rispetto al 2016 (+1,9%). Al contrario, invece, di chi si trova in fondo alla catena di montaggio, dove gli aumenti vanno a rilento (+0,2%). E in alcuni casi, se si confrontano i dati del capoluogo felsineo con le altre otto province della nostra regione, la crescita delle buste paga arretra. A dirlo è il 24esimo Rapporto sulle retribuzioni di Od&M Consulting, la società specializzata di Gi Group, sui primi sei mesi dello scorso anno. Tra gennaio e giugno 2017 il salario di chi dirige è di circa 133.495 euro. Ma gli operai registrano risultati peggiori. Anche la loro busta paga è cresciuta nel 2017: in Italia è aumentata dell’1,1%, mentre in Emilia-Romagna e sotto le Due Torri non si è superato lo 0,2%. Un operaio nel capoluogo felsineo riceve il 3,4% in meno rispetto alla media dell’Emilia-Romagna e finisce l’anno con una retribuzione fissa di 27.322.

FIOM in Germania per contratti 28 ore

Dalla Germania arriva un accordo pronto ad ispirare le prossime contrattazioni aziendali sui tavoli emiliano-romagnoli. L’Ig Metall, il sindacato metalmeccanico tedesco, ha firmato un’intesa pilota, estesa a tutto il Paese, che introduce l’autodeterminazione degli orari. E lo fa dando la possibilità di scegliere su base volontaria di lavorare 28 ore, e non più 35, per un periodo limitato a 24 mesi. Un punto, molto caro ai vertici della Fiom, che proprio per capire a fondo come i loro colleghi siano riusciti ad avere la meglio, sono volati all’Ig Metall di Wolfsburg per incontrare i protagonisti dell’accordo, e lasciarsi ispirare. Le novità riguardano un aumento complessivo dei salari del 4,3%, la possibilità non solo di accorciare ma anche di allungare la propria settimana da 35 a 40 ore, e l’ eventualità di poter convertire il proprio bonus salariale in un bonus feriale di otto giorni.

BCC, Rimini Banca prepara le nozze con Gradara

Nuove nozze in vista per le banche riminesi. Mentre parla già francese Carim, dopo la vendita al gruppo di Crédit Agricole, fervono le trattative fra Rimini Banca e la Bcc Gradara. Massimo riserbo da parte dei due istituti di credito sulle operazioni in corso, ma da quanto trapela dagli ambienti bancari ci sono stati già vari incontri fra i vertici delle banche. Il processo Di concentrazione fra i vari istituti di credito cooperativo sta accelerando in tutta Italia, dopo la riforma delle Bcc che le ha viste confluire in due grandi gruppi. Rimini Banca, nata dalla fusione fra la Valmarecchia e la Banca di Rimini, fa parte del gruppo Iccrea, che ad oggi rappresenta circa 300 banche. Lo stesso ha fatto la Bcc di Gradara. L’obiettivo di Iccrea è «accompagnare» la fusione fra i vari istituti di credito, per renderli più solidi e competitivi sul mercato bancario. Dalle attuali 300 Bcc confluite nel gruppo, si conta (nel giro di pochi anni) di arrivare a meno di 150 banche. Nelle trattative Rimini fa la parte del leone, visti i numeri. L’istituto vanta 27 filiali, 200 dipendenti, più di 4.000 soci e quasi 58.000 cleinti. Più piccoli i numeri della Bcc di Gradara, che ha attualmente 19 filiali e 108 dipendenti. Quasi una decina di queste sono in territorio riminese, sparse tra Riccione, Misano, Cattolica e la Valconca.

Emil Banca sperimenta lo smart working (da casa)

Emil Banca sperimenta la rivoluzione del lavoro da casa. Lo dice un impegno preso con First-Cisl, Fisac-Cigl, Uilca e Fabi: un numero limitato di lavoratori volontari degli uffici direzionali saranno coinvolti in un progetto embrionale di smart working. Se poi tutto andrà bene la sperimentazione si potrebbe ampliare a un altro centinaio di dipendenti, sempre su base volontaria. Esclusi per il momento i dipendenti di filiale, per i quali si stanno studiando altri processi innovativi. Esulta Stefano Nannetti, di First-Cisl, il sindacato più rappresentativo in Emil Banca: «L’impegno preso – spiega –, assume maggiore valore soprattutto in seguito alle ultime fusioni. Che hanno visto alcuni dipendenti di Parma, Reggio o Vergato, dover trasferire la propria scrivania a Bologna. E che così potranno meglio conciliare i ritmi di vita e di lavoro».

La Ducati accelera ancora. Vendute 55.817 super moto

«Il 2017 è stato un altro anno positivo per la Ducati sia dal punto di vista commerciale che sportivo». Le parole di Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding, sono suffragate dai numeri: 55.817 moto consegnate ai clienti di tutto il mondo. Qualche centinaio in più di quelle vendute nei dodici mesi precedenti, a conferma della tendenza positiva degli ultimi otto anni. Merito dell’intera gamma dei modelli, tra cui spicca la 1299 Superleggera, le cui 500 unità sono state acquistate ancora prima dell’inizio della produzione al prezzo di 80.000 euro. Il brand Scrambler, forte di 14.061 moto consegnate, ha confermato il successo del biennio precedente. Le difficoltà del mercato interno non hanno frenato la Rossa di Borgo Panigale. Anzi: in Italia la crescita si attesta al 12%. Positive le vendite in Europa (31.123 moto vendute: +4%), trainate dalla Spagna (+28,3%). Niente male gli affari negli Stati Uniti (+1,3%), che restano il primo mercato per Ducati; sorprendenti, invece, i risultati in Argentina (+66%) e in Cina (+31%).

Lunga vita al Motor Show: ma traslochera’ a Modena?

Conti in ordine e buone prospettive per il futuro. Una proposta di piano quinquennale di investimenti da circa 90 milioni di euro, che prevede anche l’acquisto di terreni. E soprattutto un’ipotesi, per il momento solo condivisa tra dirigenza e consiglieri, ma già destinata a far discutere: spostare il Motor Show a Modena. Sono i temi più interessanti della discussione al centro del primo cda di BolognaFiere del 2018. La kermesse motoristica è cresciuta nei numeri di visitatori e nella percezione esterna, ma è costata troppo, generando un rosso di 1,7 milioni di euro. Passività che era stata preventivata, anche pubblicamente, dalla società. La quale, alla ripartenza della manifestazione, nel 2016, si era data tre anni per il pareggio. Con una perdita ancora troppo alta e con all’orizzonte la cancellazione della mitica Area 48 per le gare automobilistiche, appena deliberata (al suo posto, come da piano di sviluppo, nascerà un nuovo padiglione) era impossibile non chiedersi quale futuro prospettare per lo storico salone. Ma il Motor Show si farà, questo pare certo: nelle prossime settimane sono già in programma i primi incontri con le case per parlare del 2018. Resta da capire come farla e dove, in funzione dei costi e dei lavori in corso a Bologna. Ed ecco l’ipotesi più apprezzata tra quelle finora pensate: spostarlo a Modena – temporaneamente o definitivamente, è da decidere –, in un quartiere fieristico cugino (la società ModenaFiere è controllata al 51% da BolognaFiere), ma più piccolo e meno costoso, e soprattutto simbolicamente ben più al centro di quella Motor Valley al cui immaginario è stata legata a doppio filo la rinascita del salone bolognese nel 2016.

Richemont al 100% in Ynap. Marchetti: «resta italiana»

Offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni ordinarie di Yoox Net-A-Porter (Ynap), il colosso della moda online con sede a Zola Predosa. A lanciare l’Opa è stato il gruppo svizzero del lusso Richemont, che è già azionista di controllo di Ynap e con questa operazione mira al delisting della società per rafforzare ulteriormente il proprio impegno nel canale e-commerce. In base all’offerta, per ciascuna azione Ynap posseduta, gli azionisti riceveranno 38 euro. «Da imprenditore, ricordo il duro lavoro e l’emozione per la quotazione di Yoox nel 2009, quando debuttammo in Borsa a poco più di 4 euro per azione e i nostri ricavi erano di circa 150 milioni commenta Federico Marchetti, fondatore e ad di Ynap –  Creare qualcosa di ancora più grande è sempre stato il mio sogno, che si è concretizzato con la fusione di Yoox e Net-A-Porter nel 2015, una visione condivisa con Richemont. Grazie all’eccellente lavoro di entrambe le squadre abbiamo creato, in un paio d’anni, il leader mondiale nel settore del lusso online, con oltre 2 miliardi di ricavi». L’imprenditore ha poi garantito che la sede della società rimarrà in Italia. «La prospettiva di non possedere più il 4% del capitale azionario non cambia assolutamente il mio impegno imprenditoriale in Ynap» aggiunge. Nel dicembre 2017 Yoox ha annunciato un accordo col ministero dello Sviluppo economico, la Regione Emilia-Romagna e l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti su un maxi-progetto di ampliamento da oltre 211 milioni di euro fino al 2020. Nell’arco di tre anni il colosso della moda online dovrebbe assumere 600 persone.

Addio ad Andrea Fabbri per 20 anni re delle amarene

Andrea Fabbri, presidente del consiglio d’amministrazione della Holding del Gruppo Fabbri, l’azienda bolognese delle amarene fondata dal bisnonno Gennaro 118 anni fa, è morto l’8 gennaio a 67 anni. Guidava l’azienda da oltre 20 anni insieme ai cugini e al fratello. Il suo impegno in Fabbri, iniziato da giovanissimo dopo la laurea in giurisprudenza, è proseguito ininterrottamente per 44 anni fino a diventare il massimo riferimento del gruppo alimentare della famiglia, che svolge le proprie attività con società filiali in tutto il mondo.