Conti in ordine e buone prospettive per il futuro. Una proposta di piano quinquennale di investimenti da circa 90 milioni di euro, che prevede anche l’acquisto di terreni. E soprattutto un’ipotesi, per il momento solo condivisa tra dirigenza e consiglieri, ma già destinata a far discutere: spostare il Motor Show a Modena. Sono i temi più interessanti della discussione al centro del primo cda di BolognaFiere del 2018. La kermesse motoristica è cresciuta nei numeri di visitatori e nella percezione esterna, ma è costata troppo, generando un rosso di 1,7 milioni di euro. Passività che era stata preventivata, anche pubblicamente, dalla società. La quale, alla ripartenza della manifestazione, nel 2016, si era data tre anni per il pareggio. Con una perdita ancora troppo alta e con all’orizzonte la cancellazione della mitica Area 48 per le gare automobilistiche, appena deliberata (al suo posto, come da piano di sviluppo, nascerà un nuovo padiglione) era impossibile non chiedersi quale futuro prospettare per lo storico salone. Ma il Motor Show si farà, questo pare certo: nelle prossime settimane sono già in programma i primi incontri con le case per parlare del 2018. Resta da capire come farla e dove, in funzione dei costi e dei lavori in corso a Bologna. Ed ecco l’ipotesi più apprezzata tra quelle finora pensate: spostarlo a Modena – temporaneamente o definitivamente, è da decidere –, in un quartiere fieristico cugino (la società ModenaFiere è controllata al 51% da BolognaFiere), ma più piccolo e meno costoso, e soprattutto simbolicamente ben più al centro di quella Motor Valley al cui immaginario è stata legata a doppio filo la rinascita del salone bolognese nel 2016.