Hera oltre quota 6 miliardi. Il dividendo sale a 9,5 euro

Hera ha chiuso il 2017 con un fatturato in crescita del 10,3% a 6,13 miliardi di euro, un Mol in rialzo del 7,4% a 984,6 milioni e il risultato netto positivo per 266,8 milioni (+21,1%). La posizione finanziaria netta è in miglioramento a 2,52 miliardi, mentre il dividendo proposto dal cda all’assemblea degli azionisti sale da 9 a 9,5 centesimi.

Bper Banca rinnova tutto il cda, Pietro Ferrari verso la presidenza

Bper Banca volta pagina dopo la trasformazione in società per azioni, e all’assemblea del prossimo 14 aprile rinnoverà  l’interno consiglio d’amministrazione. Nella lista per il nuovo board presentata dal cda uscente, infatti, compare il nome dell’attuale amministratore delegato dell’istituto Alessandro Vandelli ma non quello del presidente uscente Luigi Odorici, e del suo predecessore Ettore Caselli. Dei 15 nomi proposti, otto sono riconfermati, sette sono nuovi e rappresentano diversi territori e differenti competenze. Tra loro c’è Pietro Ferrari, attuale presidente di Confindustria regionale e in pole per la presidenza dell’istituto bancario. Da sottolineare che dei 15 componenti della lista presentata dal cda, undici risultano essere in possesso dei requisiti di indipendenza.

 

La Perla volta le spalle ai cinesi e si accasa con il fondo Sapinda

La Perla passa a un fondo anglo-olandese. Ad acquistare la famosa azienda di intimo di lusso è il fondo Sapinda, sede a Londra ed Amsterdam, con cui il proprietario della Perla, Silvio Scaglia, ha raggiunto un accordo per la cessione del 100% delle azioni de La Perla Global Management (UK) Limited, la controllante della società La Perla Group. Si tratta di un vero e proprio colpo di scena, visto che a inizio anno Scaglia aveva concesso un’esclusiva per la cessione al fondo cinese Fosun: la trattativa è andata avanti per quasi due mesi senza però arrivare a un accordo, e questo ha riaperto l’interesse di altri gruppi. «Siamo soddisfatti che Sapinda abbia acquisito La Perla in quanto darà continuità alla nostra visione strategica posta a creare un brand globale del lusso che rappresenti le molteplici sfaccettature della femminilità – commenta Silvio Scaglia –. Ho avuto modo di conoscere e collaborare con Sapinda ed il suo ceo Lars Windhorst molti anni fa e, pertanto, sono sicuro che il nuovo investitore ha le risorse necessarie per sviluppare ulteriormente La Perla nella direzione e visione intraprese ad oggi, ovvero rafforzare la sua leadership di brand internazionale mantenendo la propria produzione in Europa. Soddisfazione anche da parte della holding inglese. «Siamo lieti di annunciare l’acquisizione della società La Perla – dice il ceo Windhorst –. Scaglia e il suo team hanno svolto un eccellente lavoro di sviluppo dell’attività in un settore che continua a dimostrare un’enorme potenziale di crescita. Siamo pronti ad investire ulteriormente, a migliorare la posizione finanziaria dell’azienda perseguendo la strategia di crescita intrapresa sino ad oggi».

Zaccanti saluta il caffè e punta su Parmacotto

Giovanni Zaccanti cofondatore di Saeco e Caffitaly a Gaggio Montano decide di puntare tutto sul prosciutto cotto e acquisisce la maggioranza del pacchetto azionario del gruppo parmense Parmacotto spa. Obiettivo: consolidare il mercato italiano, dare un forte impulso all’export e superare le difficoltà che Parmacotto ha dovuto vivere con la vecchia proprietà arrivata a chiedere il concordato dopo avere raggiunto di un debito di 100 milioni di euro. «Questa storia inizia quaranta anni fa ma io ho letto solo la storia degli ultimi tre anni, quando l’azienda è stata guidata da persone molto preparate – ha sottolineato Giovanni Zaccanti -. Il marchio c’è, il prodotto c’è, il team c’è ed io ho preparato un progetto importante per il futuro». Parmacotto conta 139 dipendenti con fatturato 2017 di 58 milioni.

Nuove trivelle, ricorsi respinti ma a Cattolica il M5S non molla

Via libera alla prosecuzione delle trivellazioni e alla costruzione di nuove piattaforme per la ricerca di gas e idrocarburi nel mare Adriatico. Il Consiglio di Stato ha infatti bocciato i ricorsi presentati in appello dalle Regioni Puglia e Abruzzo con i quali i due enti si opponevano alla realizzazione di nuovi siti di estrazione. La sentenza riguarda l’intera costa adriatica, per un totale di 30.000 km quadrati, e quindi anche il tratto di mare su cui si affaccia la Romagna, dove il Comune di Cattolica ha presentato ricorso al Tar contro il parere favorevole rilasciato dal ministero dell’Ambiente alla costruzione della piattaforma «Bianca e Luisella». A fine novembre del 2017 il ministero dell’Ambiente aveva infatti rilasciato la concessione per la realizzazione di un progetto presentato da Eni nel 2013, che prevede la costruzione di una piattaforma (la Bianca e Luisella) con conseguente perforazione e messa in produzione di 8 nuovi pozzi e tre condotte sottomarine. La costruzione della maxi struttura sarebbe prevista nel tratto di mare che collega la costa romagnola e quella marchigiana, tra i comuni di Cattolica e Gabicce Mare. Il ricorso risale alla fine dello scorso mese e malgrado la sentenza del Consiglio di Stato l’amministrazione locale pentastellata non è intenzionata a fare alcun passo indietro.

I dazi di Trump preoccupano le imprese dell’Emilia-Romagna

La decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio rischia di incidere anche sulle imprese della via Emilia. Confindustria regionale non si fa molte illusioni su questo aspetto: «È ovvio che una politica protezionista avrà ricadute dirette sull’economia, considerando che l’export è il nostro principale fattore di crescita», è la considerazione di via Barberia. I dazi di Trump, per ora, riguardano il nostro export in maniera marginale perché non vanno a toccare i cavalli di battaglia del territorio. Ma il presidente Usa ha già minacciato di tassare anche altri prodotti di esportazione. «Auto, etc.», si è limitato a scrivere sul suo profilo Twitter qualche giorno fa. E qui la situazione cambia. Perché l’export bolognese dei mezzi di trasporto vale, negli Usa, 358 milioni di euro nei primi nove mesi del 2017. Nello stesso periodo tutta la via Emilia (e quindi tutta la Motor Valley) era arrivata a 1,16 miliardi. Per Confindustria «l’Europa deve avere una voce unica e far valere gli interessi dell’industria manifatturiera europea».

Il Cipe da’ il via libera al nuovo Porto Di Ravenna

Con l’approvazione del Cipe si avvia l’iter per la realizzazione dell’hub portuale di Ravenna. Il programma prevede che entro l’estate sia pubblicato il bando di gara, che entro l’anno si arrivi all’aggiudicazione definitiva e che a febbraio-marzo 2019 inizino i lavori. Il progetto prevede l’approfondimento dei fondali, la realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre un chilometro, l’adeguamento strutturale alla normativa antisismica e ai nuovi fondali di oltre 2.500 metri di banchine esistenti e la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale per circa 200 ettari. L’investimento previsto per il solo escavo è di circa 250 milioni di euro che saliranno a 500 milioni di euro con gli altri lavori, finanziati anche da Ue e da un mutuo con la Banca europea per gli investimenti.

Credem va a caccia di 250 nuovi talenti

Credem, istituto bancario reggiano, annuncia 250 nuove assunzioni entro fine anno, precisando che per il 75% si tratta di giovani. La banca, che ha ottenuto per il terzo anno la certificazione di «Top Employer», ha già assunto 800 persone dal 2015. Già nel 2017 sono state assunte 250 persone, per il 74% giovani. A livello regionale, le posizioni aperte riguardano prevalentemente Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia e la ricerca è rivolta a diplomati e laureati in discipline economiche, scientifiche e giuridiche.

Piquadro alla francese con la maison Lancel

Piquadro, azienda di moda e di pelletteria di Silla di Gaggio Montano, va all’assalto dell’alta moda francese aprendo una trattativa in esclusiva con il gruppo del lusso Richemont per acquistare Maison Lancel, storico produttore di borse parigino. «Al momento – spiega l’azienda bolognese – non sono ancora stati siglati accordi vincolanti ed è appena iniziata la fase di due diligence». La transazione potrebbe chiudersi entro la metà del 2018. Piquadro fondata nel 1987 dall’attuale presidente e ad Marco Palmieri e quotata in Borsa dall’ottobre 2017, distribuisce i propri prodotti (attraverso i marchi Piquadro e The Bridge) in oltre 50 paesi nel mondo e conta su 116 punti vendita che includono 99 boutique a insegna Piquadro e 17 a insegna The Bridge. Il fatturato consolidato del gruppo, relativo all’esercizio 2016-2017 chiuso al 31 marzo 2017, è pari a 75,91 milioni di euro con un utile netto consolidato di 3,4 milioni.

Lamborghini dei record premia operai e quadri

Vendite aumentate del 10% rispetto al 2016, passando da 3.457 a 3.815 auto consegnate in tutto il mondo. E per la prima volta nella storia dell’azienda, il fatturato ha superato il  miliardo di euro, passando da 906 milioni a 1.009 milioni (+11%). Sono i numeri della Lamborghini, diffusi dalla Casa di Sant’Agata Bolognese, per l’esercizio 2017. L’incremento delle vendite segna una crescita per il settimo anno consecutivo, con numeri quasi triplicati rispetto ai livelli del 2010 (1.302 unità). Nonostante alti investimenti iniziali, Lamborghini è anche riuscita a raggiungere un solido risultato operativo positivo, confermando la stabilità del suo percorso di crescita. In vista del lancio sul mercato del suo terzo modello, il Super Suv Urus, nel 2017 il numero dei dipendenti è passato da 1.415 a quasi 1.600. Inoltre per i dipendenti della casa automobilistici arriva un super bonus Ad informare i lavoratori della casa automobilistica di Sant’Agata, è la Fiom che ha annunciato come il premio di risultato dell’anno 2017 (in pagamento con la busta paga del mese di aprile 2018) «supera il valore massimo previsto» concordato in 2.700 euro perché l’azienda arriverà «ad erogare un premio uguale per tutti pari a 2.854,94 euro.